La festa della Sacra Famiglia di Gesù, Maria, Giuseppe è stata introdotta nella liturgia cattolica solo localmente nel XVII secolo. Nel 1921 Papa Benedetto XV la estese a tutta la Chiesa.
È una festa mobile. Attualmente nel Rito Ambrosiano si celebra nell’ultima domenica di gennaio (quest’anno il 26).
Si condensa così in una celebrazione festiva la memoria e il mistero del trentennio del Signore che è vissuto nascosto in un villaggio sperduto di una terra marginale.
Dai Vangeli si sa ben poco. Solo Matteo e Luca ne parlano. Secondo la loro narrazione raccolta dalla successiva tradizione cristiana, Nazaret di Galilea è il luogo dove Gesù, il Nazareno, ha trascorso l’infanzia e la giovinezza.
Dopo il diffuso racconto della nascita di Gesù e della Presentazione al Tempio, Luca lo riprende dodicenne che, nel Tempio, ascolta e discute con i dottori della legge, concludendo sinteticamente con il ritorno a Nazareth dove Gesù, ubbidiente a Maria e Giuseppe, cresceva, “progrediva in sapienza, e godeva il favore di Dio e degli uomini” (Lc 2, 52).
Matteo aggiunge informazioni circa la venuta dei Magi, il massacro dei neonati ordinato da Erode, la fuga in Egitto e il ritorno con l’insediamento a Nazareth della Santa Famiglia.
Nient’altro. Non occorre lavorare di fantasia per raccogliere il messaggio che ci viene da questo silenzio: il nostro Dio è realmente disceso nella carne umana, ha vissuto l’esperienza del crescere e maturare come uomo in una famiglia, ha conosciuto le gioie del cuore e le fatiche fisiche, ha rispettato la legge dei rapporti, di obbedienza e insieme di libertà, all’interno di un nucleo familiare in cui l’amore era amore vero, in totale scambio e offerta all’altro.
Non è difficile immaginare una famiglia dedita alle cose più normali: Gesù che lavora nella bottega di falegname con Giuseppe, Maria che si occupa delle faccende di casa, Gesù e Maria che assistono, con l’amore e la disponibilità più grandi, Giuseppe nei suoi ultimi momenti di vita.
Un modesto focolare singolare e unico e tuttavia una luce a indicare la direzione e il cammino di ogni nucleo familiare. Nella dottrina cristiana la Famiglia di Nazaret è stata da sempre ritenuta un modello fondamentale per le famiglie umane, chiamate a rinnovare e a rafforzare quotidianamente i legami di affetto, di amore, di comprensione espressi e vissuti nella piccola casa di Galilea.
Si tratta di quella “spiritualità di Nazaret” tanto cara a Charles De Foucault, un “unicum” per trovare luce e orientamento anche nelle relazioni all’interno delle mura domestiche.
Il nascondimento della Santa Famiglia aiuta anche i cristiani di oggi a riscoprire il grande valore celato nelle pieghe della nostra quotidianità. Proprio nei gesti semplici di ogni giorno possono germogliare l’affetto, la cura, il senso profondo che Gesù ha donato vivendo per trent’anni come uomo qualsiasi, in comunione con Maria e Giuseppe. Ogni gesto, vissuto alla presenza di Dio, diventa gesto d’amore, gesto d’incontro con Dio.
Mariagiovanna
Fonti
https://www.vaticannews.va
https://www.chiesadimilano.it
https://www.vaticanstate.va
https://www.famigliacristiana.it