Cari fratelli e sorelle, celebriamo oggi la Domenica delle Palme, quella che precede la Pasqua. È la festa della tradizione cattolica che ricorda l’ingresso di Gesù a Gerusalemme in sella ad un asino, osannato dalla folla con i rami di palma, simbolo di pace e di riconciliazione, due sentimenti, due condizioni interne all’uomo, di cui erano privi coloro i quali stavano operando per ucciderlo.
La liturgia ci mostra infatti chiaramente quali capi ebrei stanno pianificando la morte di Gesù, quali preparativi stanno allestendo per il suo arresto e come viene architettato il complotto contro Lazzaro.
Preparativi per l’arresto di Gesù
La morte di Gesù era stata decisa in modo irrevocabile; si attendeva solo il momento opportuno, l’occasione giusta. La pianificazione dei capi del popolo avvia un processo irreversibile, avvicina l’ora fatidica in cui il potere delle tenebre si scatenerà contro colui che è la luce del mondo.
Ciò malgrado, la fine di Gesù non dipendeva dai calcoli dell’uomo: la morte del Signore doveva coincidere con la festa di Pasqua, di cui egli rappresentava il perfetto compimento. Poiché alla celebrazione di questa festività mancavano ancora alcuni giorni, Gesù si ritirò in una città poco conosciuta ai margini del deserto. Al momento giusto, si sarebbe presentato ai suoi aguzzini, come si direbbe oggi.
Grandi folle affluivano quindi a Gerusalemme per eseguire, prima della festa di Pasqua, le purificazioni, il cui valore morale lascia perplessi, dal momento che questa stessa folla avrebbe chiesto la crocifissione di Gesù durante la festa.
A Gerusalemme, alcuni cercavano Nostro Signore per ascoltarlo, ma molti altri per portarlo ai capi come essi avevano ordinato di fare. L’atteggiamento della folla non lasciava presagire nulla di buono.
Complotto contro Lazzaro
La risurrezione di Lazzaro aveva suscitato grande scalpore nella regione. La curiosità di alcuni e l’interesse di altri portarono grandi folle a Betania. Ciò fu sufficiente a suscitare la gelosia dei capi del popolo. Come si poteva porre fine alla fama di Nostro Signore? Non bastava metterlo a morte, come avevano deciso.
Lazzaro rimaneva un testimone convincente della potenza e della divinità di Gesù. Non potendo negare il miracolo, decisero di eliminare la prova: Lazzaro fu condannato a morte., aggiungendo un secondo crimine per rendere efficace il primo.
Con la celebrazione della Domenica delle Palme, entriamo nella Settimana autentica, che ci prepara a commemorare gli ultimi momenti di Gesù sulla terra.
È il tempo della passione, della morte e della risurrezione del Salvatore del mondo. Entriamo con fede in questa settimana. Buona domenica a tutti voi.
Don Jean-Claude Ngoy, sdb
Fonti: Sondez les écritures