Le origini e le Prescrizioni del Giubileo (VII Parte)

L’abolizione della schiavitù

Se, come abbiamo visto, le norme giubilari prevedevano la restituzione, da parte dei creditori, delle proprietà che avevano acquisito da chi era stato costretto ad indebitarsi, a maggior ragione il principio del ritorno alla condizione originaria era sancito a favore di coloro che, a seguito di vicende sfavorevoli, erano stati costretti a mettersi al servizio di qualcuno in grado di assicurare per lui e per la sua famiglia, le risorse minime necessarie per sopravvivere.

Inoltre, a quei tempi, era diffusa la schiavitù vera e propria: persone prelevate dalle loro comunità d’origine e utilizzate dal “padrone” come mano d’opera gratuita per tutto ciò che poteva servirgli (lavori domestici, pastorizia, lavori nei campi ecc.).

Il Giubileo sanciva che, ogni 50 anni, chi era in una situazione di schiavitù, o comunque di dipendenza assoluta nei confronti di un’altra persona, venisse da questa liberato e posto in condizione di condurre una vita autonoma.

Di fatto spesso avveniva che molti di questi servi o schiavi, non fossero in condizione di gestire la loro quotidianità con le proprie risorse e che quindi chiedessero al loro “datore di lavoro” di restare al suo servizio, seppur con un rapporto che escludeva, come invece avveniva in precedenza, l’assoluta discrezionalità del proprietario nei confronti dei suoi sottoposti.

Se analizziamo la situazione presente nel mondo in cui viviamo oggi, dobbiamo riconoscere che la prassi della schiavitù è stata formalmente abolita da tempo: purtroppo, però, permangono in molte parti del mondo rapporti di lavoro che pongono le persone in una condizione di dipendenza assoluta nei confronti di altre, con contratti che non tengono conto dei loro diritti e della loro dignità.

Ma accanto a queste forme di schiavitù strisciante, vi sono delle situazioni di ingiustizia e prevaricazione che pongono molte categorie di persone in balia di altre, che approfittano della situazione di bisogno di chi chiede un aiuto o che, semplicemente, sfruttano una condizione di potere per imporre la loro volontà.

Citiamo, a titolo di esempio:

  • La prostituzione
  • I traffici di esseri umani (migranti)
  • Le persone costrette dal bisogno a donare i propri organi
  • I bambini lavoratori
  • I bambini/soldato
  • Ecc.

Per completare questo quadro citiamo chi, per debolezza, si pone volontariamente in una condizione di dipendenza da meccanismi che limitano la sua libertà.

Fanno parte di questa categoria di “schiavi moderni” le vittime delle dipendenze da alcol, droga, fumo, gioco d’azzardo, utilizzo compulsivo del cellulare ecc.

Di fronte a questo spettro di condizioni degradate, le norme giubilari ci invitano a porre in atto tutto ciò che è in nostro potere per contrastare questi fenomeni, per liberare tanti nostri fratelli da forme di schiavitù che non permettono loro di condurre una vita dignitosa.

Al termine di questo itinerario di commento alle norme giubilari, preghiamo il Signore perché ci guidi e ci illumini nell’impegno che ci assumiamo per costruire intorno a noi, in questo Anno Santo, un mondo di giustizia, di solidarietà e di pace!

Sergio Taccani