Carissimi tutti, celebriamo oggi la Pasqua del Signore. Gesù è risuscitato, Alleluia. Su questa importante festività, che rappresenta per tutti i cristiani un momento di rinnovamento e di speranza, vorrei condividere con voi due riflessioni. La prima fa riferimento all’incontro di Gesù con Maria di Magdala; la seconda rimanda al messaggio di Nostro Signore ai suoi discepoli.
Gesù incontra Maria di Magdala
Nel Vangelo le donne hanno un ruolo centrale: la loro fede e la loro testimonianza sono importanti per la vita e la missione di Gesù. Egli stesso, secondo quanto rivela San Giovanni nel suo Vangelo, in un periodo storico in cui esse erano generalmente considerate come esseri inferiori, le tratta con compassione.
Eva incontrò il serpente nel giardino dell’Eden, dove, “Essendo stata ingannata, cadde nella trasgressione” (1 Timoteo 2:14). Fu anche una donna, Maria di Magdala, che incontrò per la prima volta il Signore nel giardino dove egli era stato sepolto e a questa donna, liberata dal potere del diavolo, il Signore affidò il suo primo messaggio, un messaggio di vita e di risurrezione.
Pietro e Giovanni erano tornati a Gerusalemme senza riuscire a consolare Maria, che piangeva vicino al sepolcro e cercava il corpo del suo Signore.
Ella stava guardando nella tomba e non si accorse della presenza di due angeli che erano lì come testimonianza divina della risurrezione di Cristo: era così assorta nel suo dolore e nel suo amore che non fu spaventata dalla loro presenza.
Le sue lacrime potrebbero persino averle impedito di riconoscerli come messaggeri celesti. In ogni caso, nessuno dei due era la persona che stava cercando.
Il suo cuore era troppo pieno del suo Signore perché si rendesse conto di quanto fosse strano lo scambio di parole con gli angeli.
L’attaccamento di Maria a Gesù non può essere messo in dubbio. Ma stava guardando nella direzione sbagliata. Era impossibile per lei immaginare che il suo Signore fosse risorto dai morti. Eppure è lui che le viene incontro: egli, infatti, si rivela personalmente a tutti coloro che lo cercano.
Maria pianse al sepolcro. Gesù stesso pianse sulla tomba di Lazzaro, lasciando piangere coloro che lo circondavano; ma il suo atteggiamento fu ben diverso davanti alla propria tomba vuota: poté dire alla donna che amava e di cui conosceva l’amore: “Donna, perché piangi? Chi cerchi?”.
Queste furono le prime parole del Risorto. La voce non era cambiata. “Colui che è disceso è lo stesso che è salito al di sopra di tutti i cieli, per riempire tutte le cose”, Efesini 4,10. Ma Maria non aveva ancora riconosciuto Gesù.
Egli non le disse: “Io sono colui che stai cercando! No, ella si rese finalmente conto che il suo Signore era vivo quando udì la voce del pastore che la chiamava per nome. Per questa donna, la realtà della risurrezione risiedeva in una sola parola che aveva sentito: “Maria”, il suo stesso nome!
Tutto l’amore del Signore per Maria e tutto l’amore di Maria per Gesù sono stati trasmessi in questo scambio di poche parole. Quale dialogo così breve ha mai avuto un tale effetto su una vita?
Il primo messaggio di Gesù ai suoi
Gesù dovette dire a Maria di non toccarlo, ma lei aveva paura di perderlo di nuovo e cercò di trattenerlo. Questo non era ancora possibile, perché, aggiunse il Signore, “non sono ancora salito al Padre mio” (alcuni manoscritti leggono “il” Padre). La risurrezione era il preludio della sua ascensione. Le cose vecchie erano passate. Per noi, la comunione è ora per fede, non per vista, con un Cristo glorificato in cielo (2 Corinzi 5:16, 17).
Gesù affida a Maria una grande missione: annunciare ai suoi discepoli la sua risurrezione e soprattutto una nuova relazione tra Dio e gli uomini. I suoi discepoli sono ora suoi fratelli ed egli li inserisce nella sua stessa relazione con Dio Padre: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, al Dio mio e Dio vostro”.
Fino ad allora, Gesù era l’unico uomo ad avere questa relazione con Dio, perché possedeva una natura divina. Ci sono volute la morte e la risurrezione di Cristo per portare gli uomini in questa nuova posizione.
Maria obbedì al Signore e riferì immediatamente ai discepoli ciò che aveva visto e udito. È sempre nel modo più semplice e diretto che il Signore stabilisce relazioni fondamentali e comunica verità essenziali.
In questo giorno, chiediamo al Signore di renderci anime risorte, testimoni della Vita che Egli dona in tutta la sua pienezza. Che ci dia la sua forza e la sua gioia per rivelare ai più poveri la grandezza del suo amore.
Buona Pasqua a tutti.
Don Jean-Claude Ngoy, sdb
Fonti: Sondez les écritures.