Domenica della Divina Misericordia

Cari fratelli e sorelle, oggi è la Domenica della Divina Misericordia, una festività istituita da papa Giovanni Paolo II, che coincide con la domenica successiva a quella di Pasqua. Tale scelta è volta ad indicare lo stretto legame tra il mistero pasquale della Redenzione e la Misericordia divina.

Il Vangelo odierno ci aiuta a comprendere il significato della presenza di Gesù tra i suoi discepoli il primo giorno della settimana. Questo incontro tra Nostro Signore e i suoi discepoli gli ha permesso di dare segni concreti della sua risurrezione.

Il Signore dà la pace

L’apparizione del Signore tra i discepoli nella stanza superiore, quando le porte erano chiuse, non è propriamente un miracolo, ma un segno della sua potenza: un corpo spirituale non è soggetto alle leggi naturali.

Gesù appare ai suoi discepoli con la stessa semplicità di prima della risurrezione.

È lì come il Maestro che conoscevano, non come una figura trionfante: infatti dice loro: “Pace a voi” (Shalom), una forma di saluto, abituale tra gli ebrei, che però assume un significato nuovo e profondo quando egli mostra le mani e il costato ai suoi discepoli. La pace che Gesù dona si basa sulla sua opera compiuta sulla croce ed è tutta interiore, perché la risurrezione del Signore non ha cambiato le circostanze esterne dei discepoli. I nemici del Signore erano ancora presenti in città. Forse i discepoli ricordavano le parole del Signore: “Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi”. Il Signore dà loro la pace che dissipa le paure e porta necessariamente alla gioia: non ci può essere gioia senza pace!

Lo stesso ordine spirituale si ritrova in Giovanni 14 e 15. Siamo noi oggi capaci di essere strumenti di pace dove viviamo arrecando gioia nei cuori?

Il Signore dà prova della sua identità

Mostrando le mani e il costato, il Signore ha dato prova di essere davvero colui che era stato crocifisso. I segni della sofferenza sulla croce identificano il Signore.

Essi convinceranno il “resto” (il residuo) degli ebrei negli ultimi giorni che Gesù è il loro Messia (Zaccaria 12:10; 13:6). Ed è ancora davanti all’Agnello che sta come ucciso in mezzo al trono che si leverà la lode di tutte le creature viventi (Apocalisse 5, 6, 13), il che sta a significare un orgoglio che noi cristiani del terzo millennio forse abbiamo perso.

Il Signore dona la vita nuova

Avendo ricevuto la pace, i discepoli ne diventano a loro volta messaggeri.

Il Signore li invia come apostoli, affidando loro la stessa missione che lui aveva ricevuto dal Padre.

Gesù poi infonde in loro una nuova vita per renderli idonei al servizio.

Lo Spirito Santo che ricevono è uno Spirito vivificante (1 Corinzi 15:45). Egli comunica la vita dell’uomo nuovo a coloro che credono. Non è ancora lo Spirito Santo come persona di cui saranno riempiti il giorno di Pentecoste (At 2,4), ma l’energia della vita stessa di Gesù risorto. Ancora una domanda riferita ai tempi odierni: siamo capaci di dare vita servendo i nostri fratelli e sorelle?

Il Signore dà grandi responsabilità

Quando Gesù è in mezzo ai discepoli il primo giorno della settimana, dà loro l’autorità di rimettere o perdonare i peccati. Egli rende i suoi discepoli amministratori del ministero dello Spirito. Una nuova vita richiede infatti nuove responsabilità.

Rimettere i peccati significa avere l’autorità di dichiarare alle persone che i loro peccati sono perdonati quando accettano il messaggio di Gesù. Non si tratta di perdonare i peccati nel senso letterale del termine, ma di discernere chi è salvato e chi no, indicando i termini del perdono e della condanna. Solo Dio può perdonare i peccati (1 Giovanni 1:9).

Come racconta il Vangelo secondo Luca, Gesù fece capire ai discepoli lo scopo della loro missione. Egli spiegò ad essi che “bisognava che il Cristo patisse e risuscitasse dai morti il terzo giorno, e che nel suo nome si predicasse il pentimento e la remissione dei peccati a tutte le genti, cominciando da Gerusalemme” (Luca 24:46, 47). Noi, come gli apostoli, siamo consapevoli della nostra responsabilità di aiutare gli altri a conoscere e amare Gesù?

Qual è il significato profetico del passo biblico di oggi? Il primo incontro del Signore con i suoi discepoli simboleggia il tempo della Chiesa. Egli è in mezzo al suo popolo, riunito fuori dal mondo. Porta loro la pace, dona loro lo Spirito Santo e li invia nel mondo. Questo è il significato della parola “missionario”.

Cari fratelli e sorelle, ringraziamo il Signore per la sua presenza nella nostra vita e cerchiamo di essere testimoni fedeli del suo amore. Buona domenica della Divina Misericordia a tutti voi.

Don Jean-Claude Ngoy, sdb

Fonti: Sondez les écritures