Buongiorno a tutti. Celebriamo oggi la domenica della Parola di Dio. Il Vangelo è quello delle nozze di Cana, dove vediamo Gesù compiere il suo primo miracolo in seguito all’intervento della Vergine Maria. I messaggi nascosti in questo semplice ma importantissimo racconto sono molteplici, a cominciare dalla presenza di Gesù ad un banchetto nuziale, interpretata da tanti come il momento dell’istituzione del matrimonio, in quanto essa, quel giorno e in quel luogo, avrebbe santificato l’unione tra lo sposo la sposa agli occhi di Dio. Mi limito a condividere con voi una riflessione su tre aspetti di questo brano: Gli invitati, la mancanza di vino con l’intervento di Maria e il primo miracolo di Gesù.
Gli invitati
Il Vangelo del Figlio di Dio è anche il Vangelo dell’amore: Gesù compie il suo primo miracolo a un matrimonio, portando una gioia che altrimenti sarebbe mancata.
La madre di Gesù appare per la prima volta in questo Vangelo. Invitata alle nozze, ella rappresenta, insieme agli altri invitati, il popolo d’Israele che dovrà essere “purificato, reso candido e raffinato” (Daniele 12,10) prima di venire introdotto nella nuova alleanza basata sull’opera di Gesù sulla croce. Di questo ci “parlano” le giare di pietra, la cui acqua veniva usata dagli ebrei per lavarsi prima di consumare un pasto. Anche Gesù è invitato alle nozze, così come i suoi discepoli, che rappresentano il resto fedele che si sarà legato al Messia promesso e che lo accompagnerà quando sarà presentato al suo popolo pentito (Zaccaria 13,5.6.9).
Invitato a queste nozze, Gesù porta una benedizione non solo agli sposi, ma anche a tutti gli altri. Ed è così anche quando il Signore è presente nei nostri momenti di gioia. Se è assente, il piacere è molto superficiale e la festa, venendo a mancare la sua santificazione, finisce spesso nella tristezza.
Mancanza di vino e intervento di Maria
Il numero di ospiti e una certa mancanza di lungimiranza portano a una carenza di vino. È il caso di congedare gli ospiti e di infrangere le regole dell’ospitalità?
La madre di Gesù era presente e sapeva dell’onnipotenza del figlio, perché l’angelo Gabriele le aveva detto che sarebbe stato chiamato Figlio di Dio (Luca 1,35). Il suo intervento presso Gesù sembra opportuno; la risposta del Signore è quindi ancora più sorprendente. Prendendo le distanze dalla madre, Gesù infatti le dice: “Non è ancora giunta la mia ora”. Cioè l’ora della sua opera di redenzione, l’ora della croce. Essa è menzionata sette volte nel Vangelo secondo Giovanni: quattro volte come l’ora della sofferenza (Gv 2,4; 7,30; 8,20; 12,27); tre volte in cui è incluso il risultato finale, la glorificazione di Gesù (Gv 12,23; 13,1; 17,1). Prima che giungesse quest’ora, il popolo non poteva rallegrarsi perché avrebbe rifiutato Gesù. Tuttavia, Maria trionfa in questa occasione. Per la prima volta la Madonna smette di essere solo madre per farsi portavoce dell’umanità: raccogliendo una muta supplica da parte dei commensali, istruisce i presenti a seguire la parola di Gesù, abbandonandosi ad essa in piena fiducia: “Fate quello che vi dirà”. Come a dire: solo l’obbedienza alla parola del Signore può portarci gioia e benedizione.
Il primo miracolo di Gesù
La presenza di Maria al miracolo delle nozze di Cana ha un significato più profondo. Esso è infatti il primo dei cosiddetti sette segni, i sette miracoli che nel Vangelo di Giovanni raccontano il percorso intrapreso da Gesù per mostrare ai discepoli i propri poteri prima di arrivare all’Ultima Cena, alla Passione e alla morte da cui risorgerà, compiendo l’ultimo e più importante miracolo. Se infatti il primo fu a Gana, il settimo avvenne in Betania, quando Lazzaro fu risuscitato dai morti, l’ottavo, della sua resurrezione, è quello più straordinario in quanto Gesù, come racconta il Vangelo, risorge con la sua stessa forza. (Gv 10,18).
Cari fratelli e sorelle, il nostro cammino giubilare continua. Abbiamo bisogno della presenza di Gesù come compagno di viaggio. Vi auguro un buon cammino e una domenica di speranza.
Don Jean-Claude Ngoy, sdb